La supply chain della ceramica
La supply chain della ceramica
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5 aprile 2017 - by: Paolo Sartor

La supply chain della ceramica

La logistica della ceramica è molto delicata per via della programmazione della sua produzione. Può l'outsourcing essere una soluzione

Supply chain ceramica Le aziende di produzione del comparto ceramico hanno concentrato da sempre i loro investimenti sulle innovazioni che garantivano risultati positivi sulla produzione. La produzione di ceramica però è discontinua in quanto al prodotto è imposta la disponibilità per lotti omogenei. Il principale problema nella programmazione della produzione di una azienda di ceramica risiede nel fatto che il lotto minimo produttivo normalmente è di 5.000 metri quadrati mentre gli ordini che pervengono dalle aziende sono ormai per un buon 50 per cento inferiori ai 100 metri quadrati. Inoltre la necessità di dover disporre di un ampio catalogo di prodotti che porta anche all'affidamento a terzi della produzione di pezzi speciali, il frazionamento degli ordini, l’esiguità dei quantitativi acquistati per ogni ordine, rendono particolarmente complessa la gestione unitaria e costituiscono un pesante ostacolo all'introduzione dell'outsourcing logistico nel settore della ceramica. Una prima considerazione evidente di questo stato di cose è la giacenza del prodotto finito nei piazzali delle aziende ceramiche e la difficoltà con cui vengono effettuate le operazioni di raccolta dei prodotti finiti per la formazione di carichi completi. Sono infatti abbastanza frequenti i ritardi ed i viaggi a vuoto del trasportatore, durante l’operazione di raccolta delle partite groupage, perché l’azienda non ha avuto il tempo sufficiente per predisporre la presa sul piazzale di carico. Un miglioramento in tal senso potrebbe essere raggiunto quando le aziende di produzione e commerciali comprenderanno, sulla base di analisi tecnico – economiche, la rilevanza dei costi effettivi della logistica ed il vantaggio competitivo derivante da una gestione diretta in outsourcing della distribuzione del prodotto finito. I dati confermano e amplificano la sensazione sulla sempre maggiore frammentazione delle partite. Le spedizioni di dimensioni fino a tre palette costituiscono ormai per le aziende il 68,7 per cento dei casi. Anche le aziende che utilizzano il groupage e quelle che spediscono prevalentemente carichi completi sono comunque soggette ad un elevato numero di spedizioni di piccole dimensioni. Il modello comportamentale dei produttori del comprensorio tende generalmente ad essere contrario a soluzioni di vendita del prodotto con la clausola del franco destino, che comporterebbero un maggiore coinvolgimento nell'organizzazione dei trasporti e rischi durante le operazioni di manipolazione e trasporto delle merci fino alla consegna al destinatario. In questo modo il rapporto produttore-trasportatore-cliente risulta fortemente sbilanciato a favore di quest’ultimo. Il produttore non organizza il trasporto ma si accolla comunque un notevole numero di oneri operativi ed organizzativi e in questo modo è costretto a subire la programmazione a breve del trasporto imposta dal cliente. Gli addetti alla funzione logistica hanno la sensazione di operare in balia di fatti, per loro negativi, che non possono controllare e che sono dovuti alla organizzazione del trasporto o al rapporto con la clientela.
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