Promuovere l'innovazione: l'esperienza di Stefano Zecchin in FERCAM
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Promuovere l'innovazione: l'esperienza di Stefano Zecchin in FERCAM

Veterano del mondo dei trasporti, visto dalla prospettiva delle tecnologie informatiche di settore, Stefano è stato per molti anni testimone dell’evoluzione del comparto logistico e promotore dell’innovazione in FERCAM. Gli abbiamo posto qualche domanda, a poche settimane dal pensionamento, per raccogliere le sue impressioni e approfondire il suo percorso in azienda…
intervista a Stefano zecchin

Come è iniziato il tuo percorso nei trasporti?


Ho iniziato questa lunga avventura nel settore dei trasporti nel 1980. Nel 1997, la società per cui lavoravo, Collodo Autotrasporti SpA, è stata assorbita da FERCAM e sono così approdato alla mia destinazione finale. Il mio primo giorno di lavoro è stata in verità una notte di lavoro nella sede di Verona, incaricato di verificare il corretto funzionamento di alcuni terminalini.

Che cosa ti è piaciuto di questo settore?

È un lavoro estremamente interessante e spesso anche emozionante. Ho visto molti nuovi colleghi dell’IT iniziare pensando all’attività di trasporto e logistica come lontana dal proprio compito professionale. E poi li ho osservati tutti, immancabilmente, immergersi e appassionarsi a questa attività così adrenalinica, che ha caratteristiche tutte sue.
 

Che cosa distingue FERCAM dalle altre realtà lavorative che hai conosciuto?

Negli anni ho visto tante realtà, anche molto grosse, svanire nel nulla. Mi sento fortunato nell’aver trovato un’azienda che invece nel corso del tempo non ha fatto altro che svilupparsi e crescere.
FERCAM a mio parere ha almeno due caratteristiche che la rendono diversa: l’approccio da grande azienda ma al contempo familiare e la forte responsabilizzazione delle Filiali verso i propri costi e ricavi, cosa che stimola a dare davvero il massimo. Negli anni ho visto una continua ricerca di evoluzione, di forte opposizione alla mentalità “abbiamo sempre fatto così”.
La progressiva acquisizione e assorbimento di altre aziende di trasporto ci ha molto arricchito, portando in FERCAM professionalità ed esperienze diverse, che, amalgamate, hanno contribuito a creare un sapere specialistico davvero sostanzioso.

Che cosa è cambiato in questi tuoi 40 anni di lavoro?


Quando io ho iniziato, in ribalta c’era un tavolino con un signore che faceva la cosiddetta “chiamata”: uno attaccava i numeri ai pacchi e lui segnava ciascun numero su un pezzo di carta. Il livello di sicurezza bene o male non è molto cambiato (se il signore al tavolino era preciso!) ma i tempi indubbiamente si sono accorciati in maniera favolosa. E sembra quasi impossibile che un cambiamento del genere sia avvenuto in poche decine d’anni.
L’obiettivo di oggi è proprio l’immediatezza e la massima precisione del dato: l’informazione viene richiesta oggi per oggi, quindi i software di gestione devono rendere possibile per chi lavora inserire e consultare dati in tempo reale. Gli sviluppi a cui stiamo lavorando attualmente vanno nella direzione di continuo efficientamento, automazione e snellimento dei processi, così da elevare ulteriormente il livello di accuratezza dei dati trasmessi.
 

Come si promuove l’innovazione tecnologica in azienda?


Tante volte bisogna semplicemente avere il coraggio di azzardare una soluzione, perché sicuramente è più facile seguire ciò che è già collaudato. Quando, anni fa, ero incaricato di illustrare il TMS a nuovi colleghi di Filiali appena aperte, già passare dalla spunta su carta di viaggi, costi e clienti alla registrazione delle attività a video incontrava ostruzionismo. “Preferisco avere qualcosa che si tocca…” mi dicevano, riluttanti ad affacciarsi al digitale. Il coraggio è sempre stato il semplice pensiero “E se provassimo a… ?”.
Un software è solo una sequenza banale di linguaggi macchina, non ha un’anima: nel progettarne le funzioni bisogna chiedersi cosa ne faranno gli utenti, come si approcceranno alle novità introdotte e alle migliorie proposte. Chi lo divulgherà e ne saprà cogliere le virtù, chi saprà comprendere che il nuovo ha capacità di molto superiori al sistema precedente, che li aiuterà nel velocizzare e semplificare l’attività lavorativa. È qui, nelle persone, la chiave del vero cambiamento, dell’innovazione diffusa e applicata al lavoro quotidiano.