Intervista a Laura Zinolli, Branch manager di FERCAM Tunisia
Intervista a Laura Zinolli, Branch manager di FERCAM Tunisia
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11 marzo 2019 - by: Sara Trenti

Intervista a Laura Zinolli, Branch manager di FERCAM Tunisia

Laura Zinolli, italiana, ha scelto di trasferirsi in Tunisia per lavorare come responsabile della filiale di Tunisi

Laura, ti sei mai sentita discriminata nella tua vita privata o professionale?

Sicuramente si, purtroppo c’è un po’ di sessismo, ma le donne devono saperlo affrontare. Nel mio lavoro, specialmente negli anni ‘80 quando ho iniziato, le donne non potevano lavorare nei porti, perché era considerato un ambito prettamente maschile. Io ho frequentato la scuola di Trasporti e Spedizioni a Genova e volevo prendere il patentino rosso da spedizioniere, ma purtroppo non me lo hanno permesso. Se però una donna ha in testa che vuole fare proprio quel lavoro, ci riesce, anche se magari deve passare dalla porta di servizio! Noi donne dobbiamo saper sfruttare le nostre qualità piuttosto che le debolezze. Dal 2014 mi trovo in Tunisia, che è un paese democratico dal 2011, e per la legge uomini e donne sono alla pari. Nonostante ciò, il sessismo è abbastanza accentuato. Ci sono determinate cose che una donna non può fare. Per esempio, lavorando in porto non posso indossare la gonna, devo avere un certo decoro, avere determinate amicizie, e questo a livello privato può inibire. Bisogna avere sempre una certa attenzione a come ci si comporta.

Speri che cambi qualcosa per le donne nell'ambito lavorativo?

C’è ancora un determinato pensiero che una donna certi lavori non li possa fare, anche dove sarebbe al pari dell’uomo (o magari meglio!). Noi donne dobbiamo faticare di più, ma quando poi arriviamo alla meta, la soddisfazione è più grande.

Sei responsabile di filiale in Tunisia, come sei arrivata a questa posizione e come sei cresciuta in FERCAM?

Ho lavorato nell'ambito dei trasporti, e in particolare sulla Tunisia, per 30 anni. Avevo già gestito una società, quindi sono entrata in FERCAM come responsabile della filiale Tunisina. Quando sono arrivata io la filiale era molto diversa, e mi era stato chiesto di farla tornare a funzionare in maniera ottimale. E così ho fatto, anche se i primi anni sono stati difficili. Per lo staff di allora, vedere arrivare una donna a livello di responsabile invece che un uomo era stato un po’ fumo negli occhi, ma abbiamo combattuto, ho anche avuto tutto il sostegno di tutti in FERCAM e quindi sono riuscita a mettere in piedi quello che c’è oggi: una filiale che funziona. Abbiamo anche aperto il magazzino doganale, che non avevamo. Di questo sono particolarmente fiera perché sono stata la prima italiana ad aprire un magazzino sotto dogana . Naturalmente con l’aiuto dei miei ragazzi, perché da soli non si fa niente! Con loro ho creato un po’ una famiglia e sono diventata la loro mamma! Mi raccontano anche le loro cose private e i loro problemi. La mia porta è sempre aperta per tutti, dal direttore al guardiano. Penso che nella vita ci sia sempre da imparare, da tutti.

Da tutta la fatica sono arrivate però anche grandi soddisfazioni…

Infatti! Oggi siamo spedizionieri dell’Istituto Italiano della Cultura, perché lavoriamo bene e si fidano di noi. Io sono anche stata eletta nel consiglio di amministrazione della Camera di Commercio Tuniso-Italiana, che è un grande impegno, ma ci da molta visibilità. Sono spesso in riunione con ministri, con l’ambasciata italiana e quindi possiamo anche parlare dei problemi del settore. Anche quando vengono i ministri italiani, siamo invitati anche noi. Adesso il nome FERCAM lo conoscono tutti in Tunisia!

Con tutti questi impegni come riesci a combinare vita lavorativa e vita privata?

La vita privata qui è un po’ limitante per le donne. Una donna non può uscire da sola la sera dopo una certa ora, non è ben vista. Io non ho una vita sociale molto impegnata, anche perché se una donna viene vista troppo in giro poi le persone parlano. A volte mi pesa ma io ho fatto questa scelta di vita, con i suoi pro e i suoi contro, e quindi la accetto. Ho però una grande soddisfazione, perché a me piace lavorare, e soprattutto mi piace il lavoro che svolgo. Quando ero piccola io giocavo con i camion!

C’è una donna in particolare da cui hai preso ispirazione?

Sinceramente no. Ho sempre cercato di essere me stessa. In realtà ho preso esempio da mio padre, che mi ha insegnato l’onestà, la correttezza e che il lavoro paga sempre. Con questo atteggiamento ho raggiunto quello che volevo fare fin da piccola, lavorare nell'ambito dei trasporti e spedizioni. Non tutti riescono a raggiungere i loro sogni. Ho dovuto essere molto dura nel mio carattere, a volte sembro scontrosa e sono molto categorica nelle procedure di lavoro e anche nella vita privata. Ma è anche il mio ruolo un po’ che lo richiede e questo mio modo di essere mi ha aiutata ad arrivare dove sono e a vivere in questo paese. Negli anni però mi sono molto addolcita!
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